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Abbazia di Valvisciolo - sec. XIII

L'Abbazia di Valvisciolo è situata nel territorio di Sermoneta ed è dedicata al protomartire Santo Stefano, ma la storia di questo monastero è complessa e anche il nome nasconde una parte di mistero. In origine il nome individuava un altro monastero cistercense nel territorio di Carpineto Romano, ma all'inizio del XIV secolo i monaci di Carpineto abbandonarono i loro monti e si trasferirono nel nuovo monastero al quale attribuirono l'antico nome di Valvisciolo. Secondo la tradizione il monastero fu abitato dai Cavalieri Templari che vi rimasero fino alla soppressione del loro ordine agli inizi del XIV secolo, dopodiché l'abbazia passò definitivamente ai frati Cistercensi. Gli indizi della presenza Templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: una nel primo gradone del pavimento della chiesa, una nel soffitto del chiostro e un’altra, quella più famosa di tutte, scolpita nella parte sinistra dell'occhio centrale del rosone, venuta alla luce nei restauri di inizio secolo. L’eccezionale particolarità di questa abbazia sta soprattutto nel rinvenimento in tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, del famoso palindromo SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, che costituisce un unicum perché non è tracciato nella solita forma di quadrato magico, ma invece inserito in una serie di cornici concentriche. Questa forma mantiene la peculiarità di avere quattro diversi sensi di lettura (due lungo le circonferenze ed altri due lungo i raggi), ma sostituisce al Quadrato, tradizionalmente simbolo della Terra, il Cerchio, da sempre associato al Cielo. Si tratta di una sorta di evoluzione spirituale, una fissazione in simboli del primo e più celebre principio dell'Ermetismo: «Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per la meraviglia di una cosa unica». Difficile, tuttavia, stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino. Comunque partendo dall’identificazione del Sator, il seminatore, con il Creatore qualche studioso ha proposto la seguente interpretazione: "Il Creatore, l'autore di tutte le cose, mantiene con cura le proprie opere".  L'interno della chiesa presenta le pareti spoglie di affreschi secondo i canoni del "memento mori" dei cistercensi che evitavano gli sfarzi architettonici perché non contava per loro la materialità ma, invece, la spiritualità. Sul fondo della navata sinistra si trova la cappella di San Lorenzo, affrescata nel 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del cardinale Enrico Caetani e di Onorato IV. Questo ciclo di affreschi fu realizzato in occasione della visita di papa Sisto V nel ducato Caetani e all'interno della cappella vi sono molti cenni autocelebrativi riferiti al titolo ducale che nel 1586 fu concesso proprio a Onorato IV: infatti vi sono presenti moltissime corone ducali sorrette da puttini. Interessantissimo è, poi, l'autoritratto del Pomarancio scoperto recentemente tra la decorazione a grottesche della volta, in prossimità delle due vele con l'episodio in cui San Lorenzo opera la conversione di Lucilio e quella con l'episodio in cui San Lorenzo battezza in carcere San Romano. Indirizzo: Via Badia 14 04013 - Sermoneta (LT)